Sono in corso nuove pratiche per combattere la pirateria: sanzioni molto dure per chi infrange la legge, persino il carcere.
La pirateria informatica è un fenomeno che c’è sempre stato da quando internet si è diffuso in tutte le case e soprattutto per quanto riguarda il mondo dello sport e del calcio gli streaming illegali hanno sempre avuto un grande impatto a livello nazionale e globale; negli ultimi anni, però, il fenomeno si è intensificato ancora di più dopo che i diritti per le partite del campionato di calcio di Serie A sono passati interamente nelle mani di DAZN.
Già da diverse stagioni, infatti, la piattaforma di streaming ha il diritto di trasmettere in esclusiva tutti i match del campionato di calcio di Serie A e, di pari passo, si è intensificato il fenomeno degli streaming illegali che vengono racchiusi sotto il termine gergale di “pezzotto“: i vertici di DAZN, la Lega di Serie A e anche le agenzie governative a tutela dei consumatori si sono spese tantissimo per combattere la pirateria e negli ultimi tempi si stanno provando nuove mosse per cercare di incastrare i furbetti.
Le nuove contromosse antipirateria stanno procedendo non solo dal punto di vista degli strumenti veri e propri che servono e serviranno in futuro per incastrare i furbetti degli streaming illegali, ma anche per quanto riguarda le sanzioni che saranno molto più dure e talvolta non riguarderanno solamente delle sanzioni amministrative, ma in casi più gravi ci sarà anche la reclusione.
Cos’è e come funziona il nuovo scudo antipirateria lanciato da AGCOM
Tra gli strumenti utilizzati negli ultimi anni per cercare di fermare l’ondata degli streaming illegali sul calcio (e non solo), quello più famoso è sicuramente il Piracy Shield, o scudo antipirateria, ovvero una piattaforma lanciata da Agcom che serve a raccogliere tutte le segnalazioni provenienti dalle aziende che detengono i diritti di un contenuto che è stato rubato dai pirati informatici, dunque segnalazioni che dovrebbero arrivare in questo caso da DAZN e anche da emittenti televisive come Sky.
Stando agli ultimi aggiornamenti, però, pare che Piracy Shield non abbia funzionato così bene e, anzi, ha praticato degli interventi talmente invasivi da colpire anche piattaforme del tutto legali come ad esempio Google Drive che non c’entrava assolutamente nulla; dopo questo avvenimento, infatti, si starebbe valutando l’idea di abbandonare definitivamente lo scudo antipirateria o comunque procedere su strade diverse.
Al di là degli strumenti utilizzati, è bene sapere che utilizzare il pezzotto o comunque in generale guardare o addirittura fornire streaming illegali è un reato punibile non solo con sanzioni amministrative che partono da 2500€ fino ad arrivare a 25000€, ma anche la reclusione fino a tre anni di carcere.