Il mondo è pieno di persone ritardatarie, ma a quanto pare non è un comportamento così irrispettoso come si crede.
Al mondo ci sono due tipologie di persone: quelle che arrivano perennemente in ritardo e quelle che invece sono sempre in anticipo per ogni appuntamento, due facce della stessa medaglia che però non sono socialmente accettate allo stesso modo; le persone ritardatarie, infatti, vengono spesso viste come individui irrispettosi verso il prossimo perché magari se la prendono troppo con comoda nonostante sappiano che c’è un orario ben definito da rispettare, ma a quanto pare non è davvero così.
Chiaramente una persona che arriva in ritardo agli appuntamenti sempre con decine e decine di minuti di ritardo non si comporta in maniera rispettosa e spesso porta anche a rovinare alcuni rapporti duraturi proprio per questo tipo di comportamento, che molto spesso è anche involontario, ma è stato anche studiato che in alcuni casi specifici potrebbe trattarsi di un comportamento che non è necessariamente negativo.
Sono stati, infatti, effettuati diversi studi che sono rientrati all’interno della cosiddetta “psicologia del ritardo” e che si sono soffermati sui processi mentali che le persone affrontano un appuntamento a un orario prestabilito e soprattutto su cosa succede nella mente delle persone che aspettano una persona generalmente ritardataria, fino ad arrivare alla conclusione che in alcuni casi non è affatto una mancanza di rispetto.
Essere in ritardo non è sempre una mancanza di rispetto: in alcuni casi è anche positivo
Lo psichiatra di Oxford, Neel Burton, ha portato avanti alcuni studi sulla cosiddetta psicologia del ritardo affermando che la mancanza di rispetto da parte delle persone ritardatarie non dipende esclusivamente dalla quantità di tempo che è passata dall’orario dell’appuntamento a quando effettivamente l’appuntamento è cominciato, ma dalla soglia di tolleranza della persona che aspetta che può variare chiaramente da persona a persona.
Nonostante questo, però, è stata comunque individuata una soglia limite che vale in maniera universale indipendentemente dalla tolleranza specifica delle persone: Burton ha fissato questo limite a 8 minuti basandosi su una propria teoria secondo la quale proprio al di là di questa soglia, in molti contesti sociali, le persone cominciano a infastidirsi del ritardo.
Burton, inoltre, afferma che anche le persone che arrivano in anticipo e persino quelle puntuali non si comportano in maniera del tutto corretta a livello psicologico: nel primo caso può causare nell’altra persona un senso di stupore e impreparazione, nel secondo caso invece pur arrivando esattamente all’orario prestabilito può cogliere di sorpresa l’altra persona che sta aspettando dato che, secondo gli studi della psicologia del ritardo, c’è bisogno comunque di qualche minuto per prepararsi psicologicamente, sedersi e focalizzarsi sull’incontro.