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Cosa rischia adesso Chiara Ferragni: chiuse le indagini, ecco come potrebbe andare a finire

La Procura ha dichiarato chiuse le indagini sul caso Ferragni-Balocco, formulando l’accusa di truffa continua e aggravata ai danni dell’influencer e degli altri indagati. Ecco cosa succede ora.

Il caso, giornalisticamente denominato “Pandoro gate”, che aveva visto coinvolta in prima linea l’imprenditrice Chiara Ferragni, pare essere a un primo giro di boa. Per riassumere i fatti, basti sapere che a carico di Chiara Ferragni vi erano indagini, per accertare le sue responsabilità, per un presunto caso di truffa in seguito alla vendita di pandori e uova di pasqua di marchio Balocco, brandizzate con marchio “Ferragni”. 

informazioni.it – Come potrebbero andare le cose per Chiara, ora che hanno chiuso le indagini sul Pandorogate (truffa aggravata)

I prodotti sarebbero stati venduti a un prezzo di tre volte superiore rispetto al normale valore di mercato. Il sospetto è che la vendita sia stata spinta, con forme di pubblicità ingannevole, lasciando credere agli acquirenti che l’acquisto dei prodotti avrebbe contribuito in modo diretto a opere di beneficenza. Si è poi scoperto che una somma di 50mila era già stata devoluta in beneficenza da parte di Balocco e che la società di Ferragni, aveva incassato un milione di euro per la collaborazione. Non vi erano dunque meccanismi filantropici, che sarebbe stati innescati dalle vendite.

Cosa succede ora

Dopo mesi, la Procura ha notificato la chiusura delle indagini, formulando le relative accuse per i reati di “truffa continuata e aggravata” nei confronti di Chiara Ferragni, l’ex collaboratore Fabio Damato, la manager Alessandra Balocco e l’imprenditore Francesco Cannillo. Tramite le indagini, è stato possibile ricostruire “la pianificazione e diffusione di comunicazioni di natura decettiva, volte a indurre in errore i consumatori in ordine al collegamento tra l’acquisto dei prodotti pubblicizzati e iniziative benefiche”.

Truffa continuata e aggravata, i reati contestati foto IG chiaraferragni informazioni.it

La questione, che secondo gli avvocati di Ferragni pareva ormai risolta in sede AGCOM e che non era ritenuta avere alcuna rilevanza penale, si è adesso ingigantita e lo spettro del rinvio al giudizio si fa sempre più presente. Ciò che i legali, non solo di Ferragni, tenteranno di fare, sarà il raggiungimento dell’archiviazione per evitare il processo all’imprenditrice digitale.

La Procura di Milano inoltre, ha calcolato 2,2 milioni di euro di ingiusto profitto, ottenuti in seguito alla vendita a prezzo maggiorato dei prodotti dolciari, situazione aggravata dalla pubblicità ingannevole via web, che avrebbe lasciato intuire al pubblico di star contribuendo con ogni acquisto, al miglioramento delle strutture dell’ospedale Regina Margherita di Torino. 

Come se non bastasse, anche il Codacons, storica nemesi di Ferragni, ha tentato di alzare la posta parlando di un rimborso dovuto ai consumatori, dell’ammontare di 1,65 milioni di euro, dichiarando che già migliaia di acquirenti hanno presentato atto formale per la costituzione come parte offesa. Nei prossimi venti giorni, sarà chiaro se Ferragni, Damato, Balocco e Cannillo andranno a processo o se il caso verrà archiviato, ovvero se si eviterà il processo penale che possa evitare l’accusa. Se si dovesse andare a processo, si rischierebbe la reclusione da 1 a 5 anni, ai sensi dell’art.640/2-ter del codice penale.

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