Chat Gpt e il Garante sembrano essere più vicine: le posizioni si sono fatte meno distanti e, dopo il primo videoconfronto, i requisiti per operare in Italia sono meno irraggiungibili da garantire.
Insomma, l’incontro fra il Garante per la privacy del nostro Paese e OpenAI, la società californiana che sviluppa Chat Gpt, sembra essere stato positivo e aver favorito l’apertura di nuovi varchi per trovare una soluzione al divieto imposto qualche giorno fa.
A confermarlo è anche un comunicato ufficiale diffuso dallo stesso Garante, dal cui tenore traspare un discreto ottimismo.
OpenAI collaborerà per trovare una soluzione
In tempi meno sospetti, peraltro, la stessa OpenAI aveva assicurato (e rassicurato) di voler lavorare con le autorità per trovare una soluzione, aprendo una posizione conciliante che, alla luce dei campanelli di allarme che sono stati accesi da altri Paesi, scaturiti proprio dal blocco del garante italiano, sembra essere un buon viatico verso una regolarizzazione del suo ruolo.
Più nel dettaglio, secondo la nota che è stata diffusa dal Garante, OpenAI, pur ribadendo di essere convinta di rispettare le norme in tema di protezione dei dati personali, ha confermato la volontà di lavorare con l’Autorità italiana con la finalità di arrivare presto a una soluzione positiva delle criticità rilevante dal Garante riguardo a Chat Gpt.
Dal canto suo, si legge ancora nel comunicato del Garante, il regolatore ha sottolineato come non vi sia alcuna intenzione di porre un freno allo sviluppo dell’intelligenza artificiale e dell’innovazione tecnologica, ribadendo invece l’importanza del rispetto delle norme poste a tutela dei dati personali dei cittadini italiani ed europei.
Le aperture per il futuro.
Insomma, da una parte la società californiana ha compiuto delle aperture per rafforzare la trasparenza nell’uso dei dati personali degli interessati e delle garanzie per minori. Dall’altra parte, il garante valuterà le misure che sono state proposte dalla società in uno specifico documento, anche in relazione al provvedimento che era stato adottato nei confronti di OpenAI.
In conclusione, la situazione sembra essere molto meno tesa di quanto si potesse immaginare dopo l’emanazione del ban a Chat Gpt da parte del Garante italiano. Una risoluzione pacifica della vicenda, come oramai si sta prefigurando, potrebbe favorire il regolare svolgimento delle attività di OpenAI non solamente nel mercato italiano quanto anche negli altri mercati europei e internazionali, particolarmente allarmati dalla presa di posizione del Garante tricolore e desiderose di comprendere l’evoluzione del caso.