Con la sempre crescente attenzione alla parità e all’identità di genere, non stupisce che qualcuno si sia preso la briga per comprendere se la toponomastica europea dia o meno il giusto merito all’importanza del contributo femminile alla scienza, alla storia, all’arte e alla cultura del vecchio Continente.
La piattaforma Mapping diversity, sviluppata da Sheldon Studio e voluta da Obc Transeuropa, fa proprio questo: tiene traccia delle mappe di trenta grandi città di 17 Paesi europei, monitorando l’evoluzione di oltre 145 mila tra strade e piazze.
Ebbene, il risultato non stupisce: il 91% delle piazze e delle strade intercettate dalla piattaforma sono intitolate a uomini.
Anche se in fin dei conti basta un giro nella propria città o in quella più vicina, la ricerca conferma quello che tutti hanno l’impressione di conoscere: le vie di piazze e città sono dominate dagli uomini, tanto che su circa 52 mila intitolazioni, quelle femminili sono meno di 5 mila unità.
Naturalmente, lo scopo dello studio non è una semplice curiosità da raccontare al bar, ma è dato dalla necessità di sottolineare la mancanza di diversità in relazione alle narrazioni.
Di fatti, le cose si fanno ancora più estreme nel momento in cui ci si rende conto che anche quando sono intitolate alle donne, le vie e le piazze fanno principale riferimento non tanto ai traguardi conseguiti (da quelli culturali a quelli scientifici), bensì ai sacrifici o alle figure venerate.
Sono infatti oltre 350 le vie e le piazze dedicate alla Madonna nelle 30 città esaminate, mentre al secondo posto troviamo Sant’Anna, con 35 strade. La prima laica, e terza tra tutte le donne, è invece la scienziata Marie Curie, davanti alla scrittrice polacca Stefania Sempolowska, dodicesima nella classifica generale femminile: tra lei e la Curie è un trionfare di sante, a ribadire quanto sopra.
Per fare un confronto con gli uomini, si scopre che i più popolari sono San Pietro, San Paolo e, tra i non santi, Ludwig van Beethoven, con numeri però ben più contenuti rispetto a quelli delle donne. Non c’è anche in questo caso da sorprendersi: le vie e le piazze intitolate agli uomini sono molto più varie e attingono da un bacino ben diversificato, mentre per quanto riguarda le donne la concentrazione su poche sante e poche laiche è abbastanza evidente, con la conseguenza di preferire le solite.
La piattaforma rivela poi quali sono le città più inclusive, intendendo per tali quelle con la più alta percentuale di strade intitolate alle donne sul totale. A vincere è Stoccolma, con il 19,5%, davanti a Madrid con il 18,7% e Siviglia con il 17,2%.
Per quanto riguarda le grandi città italiane, Roma è solo al 6,7%, mentre Milano fa ancora peggio con il 4,9%.
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