È di nuovo confusione in Governo. Ulteriore emendamento presentato dalla maggioranza parlamentare (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) al Disegno di Legge di Bilancio 2023 che fa discutere e mette a rischio una delle risorse più importanti ed impattanti sul futuro.
La nuova proposta, attualmente al vaglio dell’approvazione della Camera dei deputati, prevede l’abolizione del Bonus Cultura, ovvero la misura attiva dal 2021 che funziona attraverso un’ apposita app (18App), e consiste nell’erogazione di un buono di 500 euro previsto per i neo-diciottenni, al fine di agevolare ogni tipo di spesa relativa ad editoria, spettacoli dal vivo, teatri, cinema, musei e non solo.
Attualmente, al decorrere del 2022, le risorse previste per quest’ultimo ammontano a 230 milioni di euro annui, una notevole somma da dirottare, secondo la volontà della maggioranza parlamentare -che sostiene che il Bonus non aiuterebbe questo comparto in maniera adeguata- attraverso degli interventi alternativi, sempre tuttavia a sostegno del mondo della cultura e dello spettacolo, quali ad esempio un rafforzamento del Fondo unico dello Spettacolo, il Fondo cinema, il Fondo per il libro, un aumento della spesa per il funzionamento dei Musei statali, un sostegno alle biblioteche, ed altri ancora. Ma prima ancora di considerare i benefici, bisognerebbe effettuare un’attenta analisi dei danni e delle conseguenze che una tale scelta arrecherebbe.
Proposta la revoca di 18App, al suo posto nasce Carta cultura. L’opposizione risponde protestando duramente
In seguito alla proposta arrivano infatti immediatamente le repliche dell’opposizione, che sostiene che il danno apportato da questo eclatante cambio di rotta sarebbe enorme, in quanto non solo le risorse finalizzate alla copertura del bonus stesso erano divenute stabili solo nella scorsa legge di bilancio e dunque gli operatori del settore fanno attualmente fede a quegli introiti, ma si configurerebbe a tutti gli effetti come un’ulteriore marcia indietro nei confronti dei giovani e del futuro, anche per il fatto che da poco Francia, Spagna e Germania hanno adottato un bonus simile e palesemente ispirato da quello italiano, dimostrando l’effettiva validità di esso.
A protestare, tra i molti, c’è anche Matteo Renzi, che fa un vero e proprio appello agli italiani, invitandoli a firmare una petizione per contrastare questa nuova proposta, in quanto corrisponderebbe secondo lui ad un errore gravissimo per il rapporto che vige tra giovani e cultura, e non costituirebbe altro che un ulteriore muro di distanza.
Tuttavia non è ancora detta l’ultima parola, poiché la proposta corrisponde a solo una dei 3.000 emendamenti in corso di revisione della Legge di Bilancio 2023, e l’approvazione definitiva di quest’ultimo è prevista entro il 31 dicembre 2022.