Town under one roof: La città sotto lo stesso tetto. Ci troviamo a Whittier, in Alaska. Luogo in cui 205 persone vivono e svolgono ogni tipo di attività cittadina nel medesimo palazzo, isolandosi completamente come comunità, quasi come se fossero una grande famiglia.
Si tratta di un edificio civile chiamato Begich Towers, a nord-est della penisola di Kenai, che conta ben 14 piani, ed accoglie numerose famiglie, che vivono clementemente vicine l’un l’altra ai piedi delle montagne.
Tuttavia, non costituisce meramente un insieme di appartamenti – che in totale sono 196-, ma al suo interno contiene presumibilmente qualunque tipo di servizio di cui i cittadini potrebbero necessitare, come per esempio l’asilo, le scuole elementari, le scuole medie ed il liceo per bambini e studenti, ma anche un supermercato, un ospedale, un ufficio postale ed un commissariato di polizia locale, una piccola chiesa metodista, una lavanderia automatica, un hotel ed infine addirittura un’area giochi con piscina coperta.
Ed è proprio per questo che tutti i suoi abitanti, tendono a passare gran parte delle loro giornate lì dentro, senza mai recarsi altrove.
Fin dagli anni 90, Whittier costituisce una meta popolare per i turisti. Ma perché?
Per comprenderlo, ripercorriamo la storia di Whittier, e capiamo com’è nato questo posto.
Whittier è nata come porto e base militare durante il secondo conflitto mondiale, in nome innanzitutto della sua posizione strategica, che le ha poi consentito di tenere sotto controllo i movimenti dell’URSS negli anni della guerra fredda. Infatti nel 1953, è stato edificato il Buckner Building, che ospitava una cittadella militare ed era dotata di ogni tipo di servizio e struttura, sia a livello medico che amministrativo e ricreativo.
In un secondo momento, più nello specifico nel 1957, ad esso si aggiunsero le Begich Towers, che erano invece destinate prettamente ad accogliere le famiglie dei dipendenti civili.
Ma dopo pochi anni, il 27 marzo 1964, fu registrato il secondo sisma più violento mai osservato, in quanto provocò anche uno tsunami dalle onde che toccavano i 30 metri, e che a tal proposito viene proprio definito il “grande terremoto d’Alaska”, ed ha condotto e costretto all’abbandono del Buckner Building, che ad oggi resta perennemente allagato ed abbandonato, e costituisce una sorta di monumento storico e fonte di attrazione per i turisti.