Una giovane atleta italiana di ginnastica ritmica ha denunciato le offese e le umiliazioni che riceveva dalle allenatrici per il suo peso.
Chi pratica sport, soprattutto a livello agonistico, conosce benissimo gli enormi sacrifici fisici e mentali che si devono affrontare per rendere al meglio durante le gare. Soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione gli atleti sono obbligati a seguire delle diete ferree per mantenere la forma fisica e non incappare in spiacevoli situazioni, ma purtroppo questi sforzi possono purtroppo sfociare in atti di umiliazione e violenza psicologica nei confronti degli sportivi.
È quello che è capitato alla giovane ginnasta italiana Nina Corradini, precoce talento della ginnastica ritmica che nel 2017 ha conquistato la medaglia d’argento agli Europei juniores. L’ex atleta delle Farfalle (la Nazionale italiana di ginnastica ritmica) ha denunciato di recente degli atti di umiliazione e violenza psicologica che ha ricevuto dalla sua allenatrice quando non aveva ancora compiuto 18 anni (adesso ne ha 19) e che solo adesso ha avuto il coraggio di svelare e denunciare.
Una passione che si è trasformata in un incubo: Nina Corradini, adesso che ha lasciato la Nazionale, può finalmente denunciare quello che ha dovuto subire dalla sua allenatrice e lei come le altre sue compagne di squadra. Secondo le parole della ginnasta, lei e le altre atlete erano costrette a pesarsi in mutande davanti a tutti ed erano costrette anche a subire violenza psicologica da parte della loro allenatrice.
Caos sulla ginnastica ritmica, la denuncia: “Ci umiliava”
“Vergognati” e “Davvero riesci ancora a guardarti allo specchio?“, questi i commenti dell’allenatrice alle giovani ginnaste che venivano umiliate e offese davanti a tutti. Nina Corradini ha dovuto subire per circa due anni queste violenze psicologiche e ha raccontato di aver sofferto tantissimo in quel periodo a causa del suo peso, ritenuto non idoneo alla ginnastica ritmica.
Per evitare di essere umiliata davanti a tutti, la giovane ginnasta ha svelato di aver smesso di fare colazione, di mangiare di nascosto, di pesarsi circa 15 volte al giorno: una vera e propria ossessione causata dalla violenza psicologica subita a causa delle umiliazioni dell’allenatrice. Un incubo che per fortuna è finito, ma chissà quante altre ginnaste hanno subito o stanno subendo lo stesso trattamento di Nina e che magari a differenza sua non hanno il coraggio di denunciare.