Il Giappone è uno dei Paesi più curiosi ed affascinanti al mondo; un immenso bagaglio culturale, dettato da singolari fattori e caratteristiche specifiche, che permettono allo Stato in sé, di distinguersi sotto tanti punti di vista.
In primo luogo, l’istruzione, è sempre stata una parte fondamentale nelle abitudini giapponesi.
Si tratta di un sistema scolastico piuttosto rigido, specie per quanto riguarda la fase del college e dell’Università.
Infatti la scuola, è gratuita ed obbligatoria dai 6 fino agli 11 anni, ma tendenzialmente si punta molto sulla preparazione elementare e media- inferiore e superiore-, proprio al fine di agevolare l’accesso ai vari test universitari.
Questo accade perché, se in Italia la principale difficoltà è solitamente riscontrata nella fase di uscita dal percorso di studi, e dunque attraverso il superamento dei vari esami e la discussione della tesi, in Giappone al contrario, durante i quattro anni (ovvero la durata in media di un corso universitario), gli studenti vengono periodicamente sottoposti a prove scritte che consentono appunto di seguire passo passo il programma.
Inoltre, per approfondire ancor più gli insegnamenti e dunque prepararsi meglio, molti studenti si ritrovano spesso a frequentare durante la sera o nei fine settimana delle speciali scuole private.
Capiamo bene che l’importanza attribuita all’istruzione dai giapponesi -percepita come la principale chiave al fine di costruire una propria idea di futuro- è ragguardevole ed esemplare.
In tal senso, ne deriva non a caso che l’analfabetismo in questo Paese è quasi del tutto inesistente.
Più nello specifico in Giappone, il tasso di alfabetizzazione (inteso come le persone di età pari o superiore ai 15 anni capaci di leggere e scrivere), è pari al 99,8%.
I treni in Giappone, sono estremamente noti proprio per la loro puntualità. È infatti estremamente raro che qualche treno non rispetti gli orari previsti, anche se dovesse trattarsi di pochi secondi.
Un Paese dunque che fa della puntualità senza ombra di dubbio un deciso punto di forza.
Non esistono quindi partenze in anticipo o ritardi: motivo per cui un gran numero di passeggeri decide addirittura di sincronizzare gli orologi con quelli delle stazioni al fine di non correre il rischio di perdere treni o coincidenze pianificati.
Tant’è che il personale di un treno che una volta è partito 20 secondi in anticipo, si è profondamente scusato per l’inconveniente.
L’efficienza del sistema ferroviario del Paese, è in primo luogo connessa al fatto che, sorprendentemente, si tratta di un settore ancora molto arretrato sotto il punto di vista tecnologico, dunque ciò inevitabilmente sta a significare che, numericamente, le cose che possono guastarsi sono di meno.
Inoltre, il numero degli scambi, è stato ridotto al minimo indispensabile; scelta che, ha fatto drasticamente diminuire il rischio di problemi di traffico.
Infine, tutta un’altra serie di meticolose attenzioni (quali ad esempio segnalare il punto preciso della banchina in cui si fermerà il vagone, o un attento controllo del numero dei passeggeri al fine di gestire le durate delle fermate), permettono di evitare numerosi ritardi che plausibilmente potrebbero diffondersi nella rete.
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