Per implementare la sua strategia sostenibile, il noto fast fashion darà vita ad un progetto pilota, con data di inizio il 3 novembre 2022 nel Regno Unito, al fine di entrare a far parte di un’economia circolare con sprechi minimizzati.
Infatti, la nuova iniziativa prevede l’istituzione di una piattaforma di resale, che concederà ai clienti di rivendere capi già in loro possesso in maniera estremamente rapida e semplice. Più nello specifico, il rivenditore dovrà solo scansionare il codice a barre presente all’interno dell’indumento stesso, al resto ci penserà il brand. La piattaforma di Zara fornirà poi automaticamente le foto e le informazioni relative alla composizione del capo – a cui il rivenditore stesso potrà allegare ulteriori immagini o dettagli, qualora fosse richiesto-, e filtrerà tutte le varie comunicazioni con l’acquirente.
Un servizio gratuito per i venditori, ma che prevederà una commissione di una sterlina ed un costo del 5% per gli acquirenti.
Inoltre, questo progetto prevede al contempo anche un’ulteriore opportunità per i clienti.
Talvolta si dispone di capi che non si indossano più perché magari rovinati o danneggiati. A tal proposito, i capi che necessitano di riparazione, potranno essere spediti online o consegnati personalmente nei vari store del brand e, effettuando il pagamento di una commissione per il servizio, entro circa dieci giorni lavorativi, questi ultimi saranno sistemati e resi indietro.
Si tratterebbe di una delle iniziative intraprese da un brand di fast fashion e volte alla sostenibilità più strutturate di sempre.
Ma non è finita qui: l’intervento del noto organismo di beneficienza
L’azienda, grazie al supporto della British Red Cross (la Croce Rossa inglese),non solo estenderà la sua collezione di abbigliamento, ma amplierà anche il suo programma di donazione dei capi grazie all’introduzione di ceste di deposito posizionate nei diversi store, ed in specifici casi con prelievo a domicilio. I capi donati, potranno inoltre provenire da qualunque brand e saranno appunti destinati al noto ente di beneficienza del Regno Unito.
Si tratterà di una prova che li aiuterà ad ottenere una panoramica sul mercato reale, date le numerose difficoltà da parte del fast fashion di implementare un sistema di riciclaggio di tessuti realmente funzionante.