Il 24 ottobre verrà intrapreso uno studio indipendente della durata di nove mesi, da uno specifico team composto da 16 esperti nell’apposita commissione Nasa, che farà luce proprio sui fenomeni celesti apparentemente inspiegabili e non identificati (Unidentified Aerial Phenomena), dunque quelli che un tempo venivano definiti Ufo.
L’obiettivo del progetto è quello di attribuire uno specifico senso a forme celesti finora mai identificate, attraverso la composita raccolta di dati di enti governativi civili, dati commerciali e dati provenienti da altre fonti rispettivamente non classificate.
A tal proposito, il responsabile delle missioni scientifiche della Nasa, Thomas Zurbuchen, ed il coordinatore dello studio, Daniel Evans, comprendendo l’effettiva importanza di dati tangibili da cui attingere per trarre conclusioni scientifiche su ciò che sta accadendo in cielo, hanno affermato che la Nasa stessa ha riunito alcuni dei principali scienziati del mondo, assegnando ad ognuno di essi uno specifico compito.
Tra i prescelti per il team, è stata selezionata anche un’astrofisica italiana.
Si tratta di Federica Bianco, una giovanissima astrofisica originaria di Genova, che si è laureata in Astronomia all’Università di Bologna, e ha conseguito il dottorato presso l’Università americana della Pennsylvania.
Attualmente, ha un contratto da professoressa presso l’Università del Delware (USA), nel dipartimento di Fisica ed Astrofisica.
Inoltre l’astrofisica, durante la sua carriera accademica, ha guidato vari studi per la Smithsonian Institution e per il Center for Cosmology and Particle Physics della New York University, che le hanno permesso di vincere una borsa di studio del Dipartimento di energia per lo “Sviluppo innovativo nelle scienze applicate relative all’energia”.
Lavora anche nella coordinazione di una rete di oltre 1.500 scienziati con sede in Cile, la Large Synoptic Survey Telescope Science Collaboration.
Insieme al proprio team (in cui figura anche Scott Kelly, ex astronauta), quest’ultima si occuperà di studiare il modo migliore per applicare la scienza e i dati raccolti (la cui natura -come ha precisato la Nasa attraverso un tweet- non deve necessariamente essere extraterrestre) in un rapporto completo con i risultati, che sarà reso pubblico a metà del 2023 ed aiuterà a comprendere tutti questi fenomeni che fino ad oggi, restano un’incognita.
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