Nella giornata di ieri ci ha lasciato una donna che ha dedicato buona parte della sua vita a combattere per ottenere giustizia, con la riservatezza e la forza che l’hanno sempre contraddistinta.
La donna, Rita Calore, è diventata suo malgrado celebre in tutta Italia per essere la madre di Stefano Cucchi e la protagonista di un’intensa battaglia giudiziaria durata 10 anni conclusasi con la condanna dei carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro per il decesso di suo figlio.
Un decennio di attività e azioni legali che hanno coinvolto in prima persona Rita, il marito Giovanni Cucchi e la figlia Ilaria, sempre in prima linea per cercare di avere giustizia nel proprio caso personale e, evidentemente, per tutte le famiglie che come la loro si battono contro gli abusi in divisa, e non solo.
Una storia drammatica e distruttiva
Quanto sia stato profondo il dramma vissuto dalla famiglia Cucchi fu la stessa Rita a raccontarlo, nel 2020, a margine di un’udienza.
Fu in quella occasione che la donna disse che l’intera storia l’aveva distrutto fisicamente ed economicamente. Ha ricordato di aver passato momenti terribili, di aver domandato finanziamenti in banca per far fronte alle spese del processo, di aver visto deteriorarsi il lavoro nello studio.
Quindi, il sopraggiungere della malattia. Nel 2019 a Rita è infatti stato diagnosticato un tumore, scoperto in ritardo anche a causa degli elevati costi del processo e degli impegni correlati. A distanza di tre anni dalla diagnosi tardiva, ieri, 17 ottobre, è arrivata la notizia più triste: Rita non ce l’ha fatta ma, comunque, ha lasciato questo mondo non prima di aver ottenuto giustizia per il proprio figlio ed è diventata il simbolo dell’impegno delle famiglie che lottano per far valere i diritti dei propri cari.