In Islanda esiste una cosa che non dovresti fare assolutamente, è una vera e propria truffa. Informati per evitare di essere una vittima di tale circolo vizioso.
Agosto si sa, è il tempo delle vacanze e delle partenze. Una grossa fetta di italiani infatti a breve festeggerà Ferragosto e con sé i giorni dedicati alle tanto attese ferie. Molti, complice la riduzione delle restrizioni causa Covid che ci ha seguito per due anni, ne approfitta per andare all’estero.
Con tanto stupore occorre dire che sono tanti ad optare per i luoghi che si presentano decisamente freschi, un modo per scongiurare le temperature rigide ed il caldo asfissiante patito in questi ultimi mesi. E tra le mete ambite vi è lei, l’Islanda.
Se sei in Islanda c’è una cosa che non devi fare assolutamente
L’Islanda è ricca di fascino perché prospetta un luogo molto diverso dal nostro scandito dalla calma, da un tempo che scorre per come dovrebbe ed un clima ideale per chi odia l’estate della nostra penisola.
Non ci sarà il caldo afoso dell’Italia ma va da sé che l’acqua va consumata, anche in Islanda. Tuttavia sul punto è emerso un dettaglio non indifferente dal sapore di “truffa” da intendersi ovviamente latu sensu.
Secondo un curioso sondaggio è emerso infatti come in Islanda le acque imbottigliate e messe alla vendita presentano un’etichetta rigorosamente in lingua inglese e non in islandese come tutti gli altri alimenti. Da cosa deriva tale scelta produttiva? Il motivo è molto semplice.
Di fatto l’acqua in Islanda la comprano solo i turisti. Il 95% infatti di tutta l’acqua nazionale deriva da sorgenti naturali, come quella del rubinetto ad esempio, analizzata come tra le acque sorgive più pure al mondo. Divenendo quindi inutile acquistare quella imbottigliata, ma di questo i turisti ne sono ignari, attivando così una macchina per spillare soldi a chi si trova in loco per vacanza.
Una notizia questa che ha scosso il web e che non sono mancati i paragoni col nostro paese anche perché come sottolineano in molti, anche l’Italia è ricca di sorgenti e potremmo perfettamente fare come l’Islanda con tutti i vantaggi che ne deriverebbero come la riduzione di consumo di plastica. Ci arriveremo prima o poi?